Da cosa dipende il ritorno economico di un impianto fotovoltaico?

La risposta è: … dipende.

Dipende da cosa?

Sono diversi i fattori che possono influenzare il ritorno economico di un impianto fotovoltaico.

In quest’articolo ne ho messo in risalto tre, che più di altri fanno la differenza.

1. Produzione dell’impianto

2. Utilizzo o meno di un finanziamento per la realizzazione

3. Periodo in cui l’impianto è stato realizzato

1) Produzione dell’impianto.

Se ti sei affidato a tuo cugino muratore perché ha fatto l’Ipsia, e di impianti ne capisce… è probabile che starai smadonnando come uno scaricatore di porto e il fotovoltaico è stato il peggior investimento della tua vita.

Al contrario affidandoti ad un professionista specializzato nella realizzazione di impianti fotovoltaici, otterrai ottimi risultati.

Mi capita spesso di leggere nei bigliettini da visita o nei furgoni un elenco di attività che si propongono di fare:

impianti elettrici civili e industriali

pompe di calore

pannelli solari

stufe a pellet

video sorveglianza

antenne TV

impianti fotovoltaici

ristrutturazioni edili

arredo bagni

impianti geotermici

Se scrivessero TUTTO PER TUTTI farebbero prima, non trovi?

Oggi – più di ieri –  se non vuoi essere superficiale, devi FORMARTI.

Normativa, tecnologie recenti, nuovi sistemi di installazione, aspetti fiscali, sono tutti aspetti in continua evoluzione.

Per avere una preparazione decente su tutte le voci che ho elencato qua sopra,  dovrei fare SOLO formazione e non mi resterebbe tempo per lavorare.

Il risultato finale comunque sarebbe che mi ritroverei a sapere poco di tutto.

Se hai un problema al ginocchio a chi ti rivolgi?

Ad un ortopedico o ad un cardiologo?

Entrambi hanno studiato medicina ma è SOLO l’ortopedico che potrà aiutarti.

E’ l’ORTOPEDICO che conosce l’argomento e solo lui è in grado di capire il motivo del tuo dolore e sa come aiutarti.

Bene… se si parla di produrre energia dal sole, vale lo stesso principio.

Uguale uguale.

Quindi per produrre davvero energia, devi affidarti a chi fa SOLO impianti fotovoltaici e conosce perfettamente l’argomento.

Meglio degli altri  è in grado di fare un’analisi corretta dei tuoi consumi e meglio degli altri ti saprà proporre una soluzione reale GARANTITA.

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A proposito di garanzia – passami la marchetta -noi ad esempio, l’energia che dovrà essere prodotta dall’impianto la mettiamo nero su bianco.

Se dovesse essere minore di quello che abbiamo stimato, paghiamo la mancata produzione.

I dettagli su come funziona la DOPPIA GARANZIA SODDISFATTO O RIMBORSATO li trovi QUI.

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Torniamo alla produzione…

Quanta più energia l’impianto produrrà, tanto più veloce sarà il ritorno economico dell’investimento.

Gli elementi che condizionano la produzione sono:

UBICAZIONE GEOGRAFICA: 1 kW installato a Milano in una situazione ideale (sud e inclinazione 20°) produrrà 1.150 KWh contro i 1.440 KWh potenzialmente ottenibili a Cagliari – il 25% in più!

ESPOSIZIONE E INCLINAZIONE: un impianto esposto a SUD produce il 10% in più di un installazione a EST

OMBREGGIAMENTI: la presenza o meno di ombreggiamenti, può fare la differenza. Un solo modulo che subisce l’ombreggiamento di un comignolo, di un albero o qualsiasi altro ostacolo, darà problemi a tutta la stringa elettrica a cui è legato (effetto collo di bottiglia).

In questi casi o ti tieni lontano dall’ostacolo o ricorri agli OTTIMIZZATORI di potenza.

DIMENSIONAMENTO: qua torniamo a quello che ti dicevo prima: prendi una dozzina di pannelli, ne metti 3 a est, 3 ad ovest e 6 a sud (perchè quelli sono gli spazi!), ci aggiungi un inverter, qualche sezionatore, chiami tuo cugino che porta un pizzico di polvere di stelle e il gioco è fatto! Hai buttato nel cesso qualche millino.

Il dimensionamento è un elemento importantissimo e deve essere fatto da un tecnico veramente preparato, un ingegnere elettrico possibilmente.

Se un professionista di costa tanto, non immagini quanto ti può costare un dilettante.

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2) Interessi bancari.

Questa è facile…

Altro fattore che incide nel ritorno economico sono gli interessi che le banche o le finanziarie si ciucciano, se decidi di accendere un mutuo per realizzare l’investimento.

Più sarà lunga la durata del prestito, maggiori saranno gli interessi e viceversa.

Questa considerazione ti sembrerà banale ma, se lo specifico, è perché non è così scontato per tutti…

Te lo assicuro.

Se ti affidi ad una finanziaria con un prodotto specifico, è possibile prolungare il prestito sino a 10 anni.

Se scegli per una durata così lunga, i PRO sono 2:

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• la rata è molto bassa e (se consideriamo il totale annuo) tra risparmio in bolletta, scambio sul posto e detrazione fiscale riesci a ottenere un vantaggio economico sin dal primo anno.
• non anticipi una lira di tasca

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Ma occhio!

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• In caso di durate così lunghe la finanziaria (le banche non sono meglio, anzi…) si mette in tasca interessi per il 50% dell’importo finanziato. Ad esempio se la soluzione al tuo problema costa 10.000 e scegli per un finanziamento a 10 anni, con un tasso medio del 7,5%, gli interessi ti costeranno circa 5.000 e alla fine ti ritroverai ad aver pagato 15.000.

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Va da sé che chi decide di mettere a correre i suoi risparmi, rientrerà nell’investimento in un periodo minore rispetto a chi preferisce ricorrere ad un prestito e pagare l’impianto in un periodo più lungo.

 

3) Il periodo in cui l’impianto è stato realizzato.

Chi ha scelto di installare un impianto nel 2012, beneficiando del Conto Energia (che dal 2013 non esiste più), ha sostenuto un investimento importante ma, allo stesso tempo, otterrà un vantaggio economico maggiore di chi lo ha fatto nel 2015.

ALT! Forse è il caso di fare un passo in dietro e aprire una piccola parentesi.

È stato chiamato Conto Energia il sistema incentivante che ha fatto da volano per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia.

Questo meccanismo prevedeva un incentivo NON in “conto capitali” ma, come dice il termine stesso, in Conto Energia.

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Veniva erogato un incentivo su tutta l’energia prodotta dall’impianto, per VENT’ANNI!

Se l’impianto funziona bene e produce, allora il GSE sgancia tanti bei quattrini.

Se invece l’impianto è un cesso e non produce manco a cric… nisba, nudda per dirla alla sarda.

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Il sistema di incentivi è partito nel 2005 ed è finito nel 2013, passando dal Primo al Quinto Conto Energia.

Questi passaggi (dal Primo al Quinto) non sono stati indolore e non ti sto a raccontare di tutte le volte che il fegato mi si è contorto.

Per carità, è stato un periodo in cui abbiamo lavorato come pazzi furiosi e non voglio certo sputare sul piatto in cui abbiamo mangiato per un decennio, ma i nomi dei ministri dell’ambiente, che si sono alternati in quel periodo, me li ricordo bene…

Non ce n’era uno che chiudesse la porta.

Vabbè siamo in Italia, sai come funziona no?

Durante questo periodo la tariffa incentivante è stata modificata al ribasso e il costo degli impianti ha subito lo stesso andamento.

Chi ha investito nel 2005 ha speso cifre importanti ma ha anche ottenuto la tariffa maggiore, chi ha scelto di farlo nel 2013 ha speso molto meno a fronte di un beneficio economico minore.

Capisci bene che quindi il ritorno economico di un impianto fotovoltaico, dipende parecchio dal momento in cui l’investimento viene realizzato.

Lo scopo del Conto Energia come ti dicevo era quello di favorire lo sviluppo di questa tecnologia sino ad arrivare alla grid parity, il momento in cui investire nel fotovoltaico sarebbe stato conveniente anche in assenza di incentivi.

Ho una buona notizia.

La grid parity l’abbiamo raggiunta già da un po’!

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Significa che oggi l’investimento è conveniente anche senza incentivi?

SI!

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Ma sarai felice di sapere che gli incentivi ci sono ancora e sono due.

1. DETRAZIONE FISCALE del 50% (la metà della spesa ti viene resa in 10 anni)
2. I CERTIFICATI BIANCHI

A breve scriverò un articolo sull’argomento ma nel frattempo puoi approfondire nel sito dell’ENEA

e del GSE

[headline style=”1″ align=”center” headline_tag=”h2″]

A proposito di ritorno economico di un impianto fotovoltaico, lascia che ti racconti una storia.

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E’ la storia di Renato.

Renato Biressi è un perito nautico, quando una barca affonda, chiamano lui per capire come è andata, attribuire le responsabilità e quantificare i danni.

Un lavoro che fa di lui una persona estremamente precisa e prudente.

Ci siamo conosciuti nel 2013 e farlo diventare un nostro cliente non è stato per niente facile.

Voleva capire ogni singolo dettaglio ed essere certo di quello che sarebbe stato il suo tornaconto.

Comunque alla fine ha ceduto e l’altro giorno ci siamo incontrati per un controllo di routine.

Prima abbiamo verificato che tutto funzionasse bene e poi abbiamo visto un po’ di numeri.

Il risultato è che tra qualche mese, Renato si rifarà del suo investimento!

Hai capito bene: in meno di quattro anni e mezzo, tra risparmio in bolletta e bonifici del GSE, recupererà il denaro che ha messo a correre per diventare un produttore di energia.

Ce la siamo presa comoda e nel giro di un’ora e mezzo abbiamo:

1) preso nota delle letture dell’inverter ed entrambi i contatori, quello di produzione e quello di scambio

Piccola parentesi… a distanza di 4 anni questa è la produzione degli ultimi 365 giorni. La potenza nominale è di 5,88 KWp e ha prodotto : 8.993 kWh, 1529 KWh per KW.

Alla faccia del degrado del silicio e di chi se la prende con le scie chimiche e i cambiamenti climatici.

<< Quest’anno è piovuto molto>>

<<Con questo tempo non si capisce più nulla…>>

Quando sento scuse del genere, avverto immediatamente puzza di “amico di mio cugino”…

2) Messo a confronto le bollette prima e dopo “la cura”, ottenendo così il risparmio medio.

Sono quelle che ti riporto qui sotto.

Ho cancellato alcuni dati, come il cod. fiscale e il numero di presa.

(Sai com’è… ci sono parecchi buontemponi in giro che potrebbero approfittarsene)

Quello che deve colpire la tua attenzione come un cammello che fa inversione a U sulla 131, sono gli importi.

Novembre 2012: 528, 37 euro

Agosto 2016: 116,97 euro

3) Verificato nel portale GSE l’entità dei bonifici che annualmente percepisce.

Renato oltre che preciso è anche una persona lungimirante e non ha perso tempo.

“ FACCIAMOLO!”

Così mi ha detto.

Voglio rendermi ancora più indipendente e visti i risultati che abbiamo ottenuto fin’ora, mettiamoci l’accumulo!

E sistema d’accumulo sia!

Stavolta non ho dovuto faticare… Ora Renato sa di potersi fidare.

Visto che c’ero, gli ho chiesto di scrivere qualche riga su come è andata la sua avventura da produttore di energia  e con noi di Fotovoltaico Sicuro.

L’ha fatto!

Ecco cosa dice.

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Tu che intenzioni hai?

Ci stai facendo un pensierino?

Stai iniziando a convincerti che un’alternativa alla bolletta esiste?

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Preferisci il caro buon telefono?

Componi il numero verde 800 911 490 e fatti aiutare.

Alla prossima!

PS: Renato non è stato fortunato manco per il c…o, è solo una persona sveglia che si sa fare bene i conti.

Tu te li sai fare?