C’era una volta una bellissima villa…
Aveva tante stanze, la piscina e una giardino curatissimo.
Il giardino era ricco di piante colorate e alberi da frutto.
Questi crescevano rigogliosi e colorati nel contrasto di un prato verdissimo e il celeste di un mare da sogno.
Un giorno il padrone della casa decise di accontentare la richiesta del nipotino, al quale piacevano tanto le albicocche.
Fece piantare un albicocco con la speranza di mangiarne i frutti.
Ma nonostante tutte le attenzioni che gli venivano riservate, l’albicocco cresceva poco e di frutti neanche l’ombra.
Venne il giorno in cui si decise di installare un impianto fotovoltaico.
Non volendo utilizzare il tetto della splendida villa, si decise di realizzare una tettoia fotovoltaica che servisse anche da parcheggio per le auto.
Ma la tettoia sarebbe dovuta sorgere proprio accanto al brutto albicocco.
Per poco fosse cresciuto, i suoi esili rami e le sue foglie rachitiche avrebbero fatto ombra ai pannelli fotovoltaici e creato non pochi problemi all’impianto.
Due le soluzioni:
1) MOTOSEGA
o
2) AFFIDARSI AU UN PROFESSIONISTA
L’ing. Sessegolo, che è una persona di buon cuore – e mai avrebbe fatto del male ad una pianta – non ebbe dubbi.
Motosega sia!
Naturalmente scherzo…
È a questo punto della storia entriamo in ballo noi.
Perdonami questa fiabesca introduzione, non ho saputo resistere alla tentazione.
Devi sapere che quando il nostro cliente è un tecnico mi sento sempre un po’ sotto pressione e in questo caso lo ero ancora di più per due motivi.
? Il primo motivo è che l’ingegner Sessegolo è colui che ha dato vita allo SPETTACOLARE villaggio di Puntaldia.
Uno di quei posti dove tutto è perfetto e le case costano millemila euro a mq.
(Chi c’è stato sa di cosa sto parlando).
Oltre le competenze tecniche, quindi si attendeva un risultato estetico adeguato al contesto.
? Il secondo motivo è che il nostro cliente è titolare di alcuni PARCHI fotovoltaici (vere e proprie centrali per la produzione di energia).
Insomma, non esattamente uno sprovveduto.
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“Vorrei che mi realizzaste una tettoia fotovoltaica. Ma NON voglio tagliare l’albicocco.
Non sarebbe coerente!
E poi sa, non si direbbe dall’aspetto, ma sono certo che prima o poi farà degli ottimi frutti.
Trovi lei la soluzione!”
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Così mi disse.
L’albicocco di cui parlava l’ingegnere, si trovava realmente a ridosso del punto in cui avremmo dovuto realizzare la tettoia fotovoltaica.
L’idea di tagliare un albero per far spazio ad un impianto fotovoltaico è una cosa che non mi è mai piaciuta e non l’ho mai consigliato.
È SBAGLIATO IL PRINCIPIO DI BASE.
Non puoi pensare di salvaguardare l’ambiente, ridurre le emissioni nocive producendo energia da fonte rinnovabile e poi non ti poni scrupoli nell’abbattere una pianta.
A limite una potatina, quella ci stà…
Insomma la soluzione tecnica era necessariamente utilizzare degli OTTIMIZZATORI, che limitassero al massimo le perdite di produzione causate dall’ombreggiamento dell’albicocco.
Ombreggiamento che si sarebbe avvertito la mattina e che avrebbe causato un fastidioso strozzamento.
Se non sai come funziona un ottimizzatore e i problemi che si hanno in caso di ombreggiamento, ti consiglio di leggere quest’articolo in cui ne parlo.
Clicca qua per scoprire come funzionano gli ottimizzatori
Ma torniamo a noi.
Ci siamo messi subito al lavoro.
Non era certo la prima volta che realizzavamo una tettoia fotovoltaica, ma in questo caso dovevamo essere certi che il la struttura si integrasse bene con il resto della “casa”… (chiamarla casa ti garantisco è riduttivo e dal video potrai farti un’idea di cosa ti sto parlando).
Perciò prepariamo tre ipotesi che sottopongo all’ingegnere.
Una volta scelta la soluzione che a lui piaceva di più, iniziamo i lavori.
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Realizziamo la tettoia fotovoltaica in legno lamellare scuro, fissiamo la struttura porta moduli schuco e installiamo il resto dell’impianto.
Per l’occasione abbiamo utilizzato (per la prima volta in Sardegna) un modulo monocristallino da 300 W della tedesca Viessmann.
Ai moduli abbiniamo gli ottimizzatori SolarEdge, che fissiamo lateralmente sui travi, e colleghiamo inverter (sempre della SolarEdge) e quadri elettrici.
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Tempo 4 giorni e tutto è finito, per la soddisfazione dell’ingegnere che non si aspettava tempi così ristretti (stava aspettando che gli finissero un lavoro iniziato 6 mesi prima).
A distanza di qualche mese dalla messa in funzione siamo andati a verificare il funzionamento.
Com’è andata?
Ce lo siamo fatti dire direttamente dal diretto interessato.
L’ingegner Sessegolo, come si diceva all’inizio è tutt’altro che uno sprovveduto.
Non mi riferisco solo alle competenze acquisite con la laurea, ma soprattutto all’esperienza maturata direttamente, investendo nel fotovoltaico qualche milioncino di euro.
Ti ricordo questo perchè la prossima volta che tuo compare, che ha sentito dire da un suo amico che il fotovoltaico non funziona… Ricordati di questa testimonianza e di tutte le altre che trovi nella sezione DICONO DI NOI.
Se una non ti basta… dai uno sguardo a tutte le altre TESTIMONIANZE.
Per ascoltarle ti basta cliccare QUA.
Tu di chi ti fidi?
La tua INDIPENDENZA ENERGETICA passa per un impianto che deve durare una VITA.
Perciò, ti do un consiglio.
Non spendere neanche un centesimo, se prima non hai ascoltato un VERO professionista del settore.
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PS: come avrai intuito e come vuole la tradizione del lieto fine: “E tutti vissero felici e contenti”
Quello che vedi nella foto qui sotto è il “brutto albicocco”, che tanto brutto alla fine non è.
Liberati dalla cattiva matrigna che ti rovina l’umore e ti priva del tuo denaro con le sue bollette.
Scrivi tu il lieto fine!
Come?
Clicca qua sotto e arriveremo in tuo soccorso!
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