Storia di un allaccio da incubo! Parte prima

“L’energia che ti ascolta…”

Così recita una recente pubblicità dell’Enel.

Te la ricordi?

Una canzoncina orecchiabile a fare da colonna sonora e una serie di immagini melense che si alternano a ricordarti: ”Qualunque cosa ti serva, noi ci siamo!”

 Purtroppo!

 

Mai pubblicità fu più ingannevole.

 L’energia che NON ti ascolta! Semmai!

 

Questa rancorosa premessa per raccontarti cosa c’è dietro l’allaccio alla rete di un impianto fotovoltaico.

 

Installare un impianto fotovoltaico “domestico” – mi riferisco alla posa di moduli, inverter, collegare il tutto e fare in modo che sia pronto per produrre energia – comporta mediamente un lavoro di tre, quattro giorni al massimo.

Allora per quale motivo ci vogliono altri DUE MESI perché si arrivi all’allaccio e quindi sia realmente funzionante?

 

La risposta – in Sardegna, ma non solo – si chiama ENEL!

 

Sino a qualche mese fa, non mi ero mai occupato personalmente della pratica di allaccio alla rete.

Sono 12 anni che realizziamo impianti ma mi sono sempre tenuto lontano dalle pratiche di allaccio. L’iter necessario, a grandi linee, lo conoscevo attraverso gli sproloqui di chi se ne è sempre occupato ma non ero mai andato oltre.

I monopolisti mi sono sempre stati sulle palle e questi sono della peggior specie.

 

C’è sempre stato e, per fortuna, c’è ancora oggi chi se ne occupa.

 

Ma veniamo ai fatti…

Dopo aver ricevuto le telefonate allarmate di alcuni clienti, per un ritardo nei tempi di allaccio, ho voluto vederci chiaro.

 

Chiedo ad Antonello (che in azienda si occupa di questo genere di pratiche) il motivo del ritardo.

Mi spiega che il portale telematico Enel, su cui caricare le pratiche, è un casino!

“Carichi i documenti richiesti e chi sta dall’altra parte dello schermo non li vede, o dice di non vederli…”

 

Come se non bastasse, i capoccioni dei piani alti, hanno ben pensato di accentrare quello che prima veniva gestito localmente.

DAL LOCALE AL NAZIONALE!

 

allaccio index

Mentre prima si riusciva a dialogare, anche se a fatica, con i responsabili del posto (bene o male erano sempre gli stessi), oggi esiste un numero verde per tutti.

 

Non sarà così terribile dico io, come ogni novità si tratterà di prenderci la mano.

Immediata la replica piccata del buon Antonello: “Provaci tu!”

 

Le sfide mi piacciono!

 

Questa un po’ meno… ma decido comunque di accettarla.

 

Informo Marino, il cliente “prescelto”, che sarò io ad occuparmi della sua pratica e lo rassicuro dicendogli che i giorni di mancata produzione saranno coperti da un nostro rimborso.

Pronti via!

Primo passaggio. DOMANDA DI CONNESSIONE.

È il primo passo per sapere quanto costerà l’allaccio dell’impianto alla rete.

Provvedo alla registrazione dell’anagrafica cliente, spedisco l’adesione al portale, invio la domanda di connessione.

Tempi previsti dalla normativa 20 gg lavorativi.

Tranquillo se li prendono tutti!

 

A distanza di 15 giorni mi arriva una comunicazione.

Non è il preventivo di allaccio ma una richiesta di integrazione bloccante!

 

Integrazione allaccioIn un primo momento non capisco quale sia il problema poi l’illuminazione… Il problema è la partita Iva.

 

Marino in passato ha avuto una partita Iva ma, dopo averla chiusa, si è recato nel punto Enel dove ha comunicato la chiusura e richiesto la voltura dell’utenza da azienda a persona fisica.

 

Voltura andata a buon fine, tant’è vero che le bollette – puntuali come la morte – sono intestate a lui come persona e non come partita Iva.

 

A questo punto iniziano a girarmi e chiamo il numero verde. E che diavolo! non possono bloccarmi la pratica per uno loro errore. Illuso…

Compongo il numero indicato nella comunicazione, convinto di parlare con il referente indicatomi.

allaccio 4Macchè, dell’altra parte non c’è il Davide M. ma uno che non capisce un acca ne di bollette, ne tantomeno di pratiche di allaccio.

A malapena riesce a prendere un appunto e, senza capire un accidente di cosa sto inutilmente lamentando, mi rassicura:

 

“ Girerò la sua richiesta al referente di zona che la ricontatterà il prima possibile!”

 

Bestemmiando da far screpolare le pareti, faccio presente che la mia non è una richiesta ma una lamentela!

 

 

 

Tempo 2 ore e vengo contattato! E io già stavo pensando male…

Lui: “Buongiorno sono Davide M. e la chiamo per la pratica di Marino M.

Mi spieghi qual è il problema.”

Pazientemente spiego che il cliente non ha una partita, che certamente si tratta di un loro errore.

 

L’esperto, dopo avermi messo in attesa per fare le verifiche del caso, mi dice che per mandare avanti la pratica devo RICOMPILARE la domanda di connessione inserendo una partita Iva che non esiste!

“C’è un problema di allineamento dei nostri sistemi interni e si farebbe prima a ricompilare la domanda inserendo la Partita Iva”.

 

NON CREDEVO ALLE MIE ORECCHIE!

 

Dopo aver sottolineato che non avevo nessuna intenzione di passare dalla parte del torto, scrivendo balle, lo invito a risolvere il casino dall’interno.

 

A distanza di altri dieci giorni mi arriva un’altra comunicazione, sarà il preventivo?

Noooooooooo!

Altra richiesta di integrazione… la mappa catastale non è leggibile.

Verifico immediatamente l’allegato caricato e: è perfetto.

 

Se mio nonno paterno fosse ancora in vita, avrebbe avuto difficoltà di lettura… ma Ziu Jubanne Minore era praticamente cieco!

 

 

Incroyable Hulk

Incazzato come Hulk, richiamo il numero verde e cerco di parlare con il referente di zona (stavolta è un altro).

Solito iter, centralinista scazzato che, probabilmente con un dito nel naso, fa finta di capirci qualcosa.

 

Insomma, per fartela breve… domanda di connessione inviata il 27 aprile, preventivo di allaccio ricevuto l’8 giugno.

 

Se mi fossi limitato a fare il mio compito di compilazione corretta, oggi sarei ancora in attesa.

Non ci piace limitarci al compitino.

Non sarebbe corretto nei confronti di chi ci ha accordato la sua fiducia.

… il meno è fatto!

 

Finalmente abbiamo il preventivo ma ora arriva la parte più articolata della pratica, ottenere un giorno utile per il collaudo. Materialemente l’omino enel dovrà venire a:

  • sostituire o riprogrammare il contatore esistente
  • installarne uno nuovo che permetta loro di controllarci meglio – a nostre spese naturalmente
  • accertarsi che l’impianto fotovoltaico sia esistente
  • fare in modo che L’INCUBO FINISCA E L’ALLACCIO DELL’IMPIANTO ALLA RETE DIVENTI REALTÀ –La previsione sono altri 20 giorni lavorativi.

Per il seguito continua a seguirci, ti terrò aggiornato.

 

Se anche tu hai vissuto una situazione simile, raccontacela qua sotto, nei commenti.

 

 

Se invece stai pensando ad un impianto fotovoltaico e sei spaventato da queste lungaggini, per te ho una buona notizia.

La buona notizia si chiama “GARANZIA ZERO GIORNI“.

 

Il tuo impianto inizierà a produrre dal giorno in cui deciderai di installare un nostro impianto.

Devi sapere che abbiamo deciso di rimborsare di tasca la mancata produzione, causata dai ritardi Enel.

Hai capito bene!

Siamo NOI l’energia che ti ascolta, NON loro!

 

Il ritardo nei tempi di allaccio non è più un tuo problema!

Inizierai a produrre la tua energia dal giorno in cui deciderai di farlo.

 

Che la colpa sia di un centralinista scazzato o di un operatore Enel in ferie, tu non dovrai preoccuparti.

La produzione te la paghiamo noi, SENZA SE E SENZA MA.

Noi di Fotovoltaico Sicuro ti pagheremo la mancata produzione, come se il tuo impianto fosse già allacciato alla rete.

Se ti stai chiedendo perché lo facciamo, I MOTIVI SONO DUE:

 

icon_vCon la certezza di un rimborso sono sicuro che i clienti ci chiameranno meno e noi lavoreremo più spediti, con l’obiettivo di collaudare il prima possibile.

 

 icon_v Siamo del parere che se paghi hai il diritto di avere SUBITO quello che hai acquistato.

 

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Produci da subito la tua energia!

…alla faccia di chi non vuole!

 

 

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