In quest’articolo scoprirai i SETTE motivi per cui devi scegliere un sistema d’accumulo con batterie al litio e NON un ormai VECCHIO e poco efficiente sistema al piombo.
Se stai leggendo probabilmente siamo d’accordo che l’energia te la devi produrre in casa sfruttando il sole.
Sino a qualche anno fa – il 2013 esattamente – gli impianti fotovoltaici spuntavano come funghi.
Produrre energia da fotovoltaico era un modo per garantirsi una rendita ventennale.
Non contava quanto consumassi.
Tanto più grande era l’impianto tanto più proficuo sarebbe stato l’investimento.
È vero, prima il costo molto elevato risultava essere proibitivo per tanti, altri anche potendo permetterselo non avevano ben capito il meccanismo, altri ancora erano diffidenti e hanno preferito attendere che il prezzo scendesse.
MA IN TANTI NE HANNO APPROFITTATO.
Dal 2005 in poi il meccanismo è stato trasformato più volte, rivisitando al ribasso tariffa incentivante, sino a scomparire definitivamente nel 2013.
Stesso trend è stato seguito dai produttori dei moduli fotovoltaici: il costo scendeva proporzionalmente al calare dell’incentivo.
Tutto questo per dirti che il Conto Energia ha fatto da volano al fotovoltaico perchè finalmente si arrivasse a quella che in gergo viene chiamata GRID PARITY.
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È PIÙ CONVENIENTE INSTALLARE UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO
CHE PAGARE LA BOLLETTA A VITA.
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In realtà, ancora oggi esistono diverse tipologie di incentivi che aiutano non poco.
I privati possono usufruire della DETRAZIONE FISCALE DEL 50% o (ancora per pochissimo – l’ultimo termine è il 22 ottobre del 2017) dei CERTIFICATI BIANCHI.
Le aziende possono approfittare del SUPER AMMORTAMENTO DEL 140% o, anche in questo caso, dei Certificati Bianchi.
A breve pubblicherò un articolo su questi due sistemi incentivanti, ma ne frattempo, se vuoi approfondire l’argomento Certificati Bianchi puoi iniziare a toglierti la curiosità andando sul sito del GSE cliccando qua.
Oggi la partita si gioca diversamente.
Se prima i CONSUMI avevano un ruolo marginale nella scelta della potenza dell’impianto, oggi giocano un ruolo FONDAMENTALE.
Sui fattori che si considerano per dimensionare un impianto fotovoltaico ho scritto un articolo che ti consiglio di leggere. “Come dimensionare un impianto fotovoltaico”.
Prima si investiva per speculare, oggi investo per LIBERARMI della bolletta. Anzi delle bollette.
Sono sempre più frequenti i casi di chi capisce che è possibile LIBERARSI anche dei costi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria.
Noi lo sosteniamo da anni e lo facciamo con la nostra esclusiva formula RISCALDAMENTOSOLARE.
Ma per ottenere questo risultato, devono essere rispettate queste TRE condizioni:
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- Eseguire una SERIA analisi dei consumi
- Dimensionare e progettare un impianto perfetto
- Utilizzare materiali di primórdine, testati che abbiano garanzie importanti
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Perchè questo accada è INDISPENSABILE non affidarsi ad IMPROVVISATI che fanno tutto per tutti (la differenza tra un dilettante e un professionista immagino la conosca ma, se ti va, qua se ne parla nello specifico: Distinzione tra un Dilettante e un Professionista.
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L’energia che produci deve essere utilizzata nel miglior modo possibile!
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E il modo migliore, è utilizzarla ISTANTANEAMENTE.
L’energia devi consumarla preferibilmente nello stesso istante in cui il tuo impianto fotovoltaico la produce.
Non sempre è possibile.
Per quanto tu sia bravo nel gestire i tuoi consumi diurni, programmando la lavatrice, la lavastoviglie, il forno, ecc., perché “lavorino” nelle ore di punta, puoi riuscire a raggiungere un 40% di autoconsumo.
Il restante 60% di energia prodotta va a finire in rete e verrà successivamente contabilizzata con il meccanismo dello Scambio Sul Posto.
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Per fartela breve, con lo SCAMBIO SUL POSTO ti viene rimborsata solo una parte del costo che sostieni per acquistare l’energia dalla rete.
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Mediamente 12/15 centesimi per KWh e magari tu ne spendi 30 col tuo fornitore. La metà!
E ora arriviamo finalmente all’argomento principale di quest’articolo.
La soluzione per portare il tuo autoconsumo almeno all’80% è ACCUMULARE e immettere in rete il meno possibile.
Con un buon sistema di accumulo con batterie al litio e un BMS (Battery Managment System) con le contro palle, puoi riuscirci.
Se scegli una soluzione al piombo, NO.
Adesso vediamo perchè non devi scegliere una soluzione vecchia e ormai superata come il PIOMBO.
Ci sono almeno sette ottimi motivi.
Pronto?
Ok, iniziamo con il primo ottimo motivo.
1) POTENZA DI PICCO ISTANTANEA
Il litio, rispetto al piombo, eroga una potenza istantanea 4 volte superiore.
Se un sistema di accumulo al piombo è in grado di erogare 500 W di potenza , un sistema al litio, a parità di capacità di carica, è in grado di erogarne 2000, quindi 2 KW.
Te la faccio facile, se la sera, quando l’impianto fotovoltaico non sta producendo, vuoi accendere un forno elettrico che assorbe 2 KW, con un sistema di accumulo al litio riesci ad alimentarlo, con le batterie al piombo NO.
Questo significa che il resto della potenza che serve per cuocere le patate che hai al forno, la prendi dalla rete.
Di conseguenza, invece di utilizzare l’energia accumulata, ne stai acquistando la buona parte dal tuo caro fornitore.
Per darti un’idea più precisa, ti riporto sotto due grafici estrapolati da due sistemi di accumulo installati nel 2016.
I grafici mostrano la distribuzione dei consumi energetici delle rispettive utenze in una verifica, risalente al 6 marzo 2016.
Nel primo caso si tratta di un sistema al piombo dove, a fronte di una richiesta giornaliera di 10,59 KWh, l’accumulo viene utilizzato solo parzialmente a beneficio di Enel.
Come puoi vedere in marrone sono evidenziati i prelievi di energia dalla rete. Nonostante l’accumulo, il 40% dell’energia consumata è stata prelevata dalla rete.
Nel secondo caso – con batterie al Litio – il fabbisogno di 16,43 KWh viene soddisfatto TOTALMENTE dall’autoconsumo istantaneo e dall’accumulo.
Dalla rete NON è stato prelevato neanche un KWh!
2) EFFETTO MEMORIA
Le batterie al piombo soffrono dell’effetto memoria.
Cosa significa effetto memoria?
Quella che segue è la definizione che puoi trovare su wikipedia.
[feature_box style=”5″ only_advanced=”There%20are%20no%20title%20options%20for%20the%20choosen%20style” content_font_size=”17″ content_font_style=”normal” alignment=”center”]Alcuni tipi di batterie ricaricabili, se ripetutamente caricate prima che la loro carica sia completamente esaurita, “RICORDANO” la capacità energetica precedente alla ricarica.
Ovvero, se una batteria completamente carica si utilizza al 60% e successivamente si sottopone a ricarica, il 40% dell’energia somministrata non viene riconosciuta e risulta quindi INUTILIZZABILE.
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Facciamo un salto in dietro nel passato.
Ti ricordi i vecchi cellulari?
Non potevi ricaricarli quando ti pareva.
Perché la batteria ti durasse un minimo, dovevi fare in modo di ricaricarli SOLAMENTE quando erano scarichi completamente.
Allo stesso tempo potevi staccarli dal caricatore soltanto quando l’indicatore ti segnalava la carica al 100%.
Nei sistemi d’accumulo per gli impianti fotovoltaici vale lo stesso principio.
A causa dell’effetto memoria, se le batterie al piombo non sono completamente cariche, il sistema di controllo non ne permette la scarica, quindi il loro utilizzo.
Esempio: immagina una giornata nuvolosa, una di quelle che, se sei meteoropatico come me, manco ti sei svegliato che ti girano.
Se il sistema non ha caricato completamente i tuoi 300 Kg di piombo, l’accumulo è come se non ce l’avessi.
E questo immagino non migliorerebbe il tuo umore…
Se poi vuoi FORZARE il sistema e utilizzi quel 90% di carica, sappi che ne stai minando la durata e i pochi anni di garanzia che ti restano.
Tutto questo con un sistema d’accumulo con batterie al litio non accade.
Oggi il tuo nuovo cellulare lo puoi ricaricare anche solo per 5 minuti e poi utilizzarlo senza che questo crei problemi.
Ecco, appunto.
Un sistema di accumulo al LITIO funziona allo stesso modo.
Può essere caricato o scaricato anche solo parzialmente in base alla richiesta dell’utenza.
Questo, facendone un utilizzo corretto, è bene che accada diverse volte durante il corso della giornata.
Quando ho necessità di più energia, rispetto a quella prodotta in quel preciso momento dal fotovoltaico, il sistema d’accumulo interverrà per cedere la parte mancante – anche se la percentuale di carica in quel momento è del 30% – evitando di assorbirla dalla rete.
Senza che le batterie al litio subiscano conseguenze.
3) TEMPERATURA DI ESERCIZIO
I sistemi al piombo devono lavorare ad una temperatura compresa tra i 10 e i 30 gradi.
Funziona così:
[feature_box style=”11″ only_advanced=”There%20are%20no%20title%20options%20for%20the%20choosen%20style” content_font_size=”18″ alignment=”center”]− Più si abbassa la temperatura, più diminuisce la sua erogazione in termini di potenza.
− Più aumenta la temperatura, maggiore sarà la potenza istantanea ma diminuisce la capacità d’accumulo.
[/feature_box]
La temperatura di esercizio del litio invece va da 0 a 40 gradi.
A meno che tu non viva in una grotta con temperatura costante, capisci bene che il fattore temperatura potrebbe fare la differenza.
4) INGOMBRI E PESO
Qua i dati sono talmente evidenti che non mi dilungherò molto.
Un buon sistema di accumulo al piombo da 6 KWh (3 KWh reali) misura 35 X 52 X 100 cm e pesa oltre 250 Kg.
Un sistema di accumulo al Litio da 6 kWh REALI ha dimensioni 40 X 66 X 16 cm, e pesa solamente 60 Kg.
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5) PERCENTUALE MASSIMA DI SCARICA
I sistemi di accumulo al piombo hanno una percentuale di scarica del 50% quelle al litio dell’80% e nel caso di un ottimo sistema del 90%.
Embè! Che vuol dire?
Vuol dire che nel caso del piombo, perché le batterie non ti si fottano in pochi mesi, non possono essere scaricate più del 50%.
[feature_box style=”11″ only_advanced=”There%20are%20no%20title%20options%20for%20the%20choosen%20style” content_font_size=”18″ alignment=”center”]
In parole povere significa che se hai necessità di un accumulo da 5 KWh
devi acquistarne uno da 10 KWh.
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Quelle che vedi qua sotto sono immagini tratte dai due sistemi di accumulo che abbiamo visto prima, quando si parlava di potenza di picco istantanea.
Il graffico qua sotto mostra la percentuale di scarica di un sistema di accumulo al piombo.
Il secondo graffico, ti mostra la percentuale di scarica del sistema con batterie al litio.
Se poi ci tieni a metterti in casa mezza tonnellata di piombo… fai pure.
6) GARANZIA
Nel caso di un “ottimo” sistema di accumulo al piombo puoi aspirare ad una garanzia di 2 anni, al massimo può arrivare a 3.
E poi?
Poi devi sperare forte forte che le batterie reggano ancora un po’ ma ti consiglio di iniziare ad informarti su dove conferirle.
No, non vanno nel secco…
Nel caso di tecnologia al litio, i produttori – almeno quelli che utilizziamo noi – garantiscono per una durata che va dai 6000 agli 8000 cicli.
Per ciclo si intende una carica e una scarica completa al 100%.
Quindi, nel caso di un ciclo completo al giorno: 8000 cicli = 8.000 giorni di utilizzo.
Oltre 20 anni! (VENTI!)
7) Ultimo OTTIMO motivo è IL COSTO
Esatto anche se si parla di costo, e immagino che l’argomento ti interessi, a differenza di quanto si possa pensare, è il litio a spuntarla.
Con l’esempio che segue, scoprirai perché ti conviene acquistare energia da un sistema al litio invece che da uno al piombo.
Come abbiamo visto al punto 6, un sistema di accumulo con batterie al Litio ha una vita utile superiore ai 6.000 cicli.
INVECE
Un sistema di accumulo al piombo abbiamo visto che ha una garanzia di 3 anni (bene che ti vada) e una vita utile di 2.000 cicli.
Proverò a spiegarti meglio il concetto.
Ipotizziamo che a te serva un sistema che accumuli 3 KWh.
Nel caso del Litio, considerati i 6000 cicli, andrai ad accumulare (male che vada) 18.000 kWh.
Nel caso del piombo (2.000 cicli) potrai accumulare 6.000 kWh.
Tre volte meno.
Significa che se vuoi ottenere lo stesso risultato, nel caso del piombo/gel devi sostituire il pacco batterie TRE VOLTE.
Ci sei ancora?
Bene…
passiamo alle cifre.
Se il sistema al litio costa 2.000 euro (la cifra è a titolo di esempio) ed è in grado di garantire 6.000 cicli, avrò 1.000 € fratto 6.000 cicli, il risultato a questo punto dobbiamo dividerlo per la capacità d’accumulo (3 KWh).
Il risultato è 0,1111.
Assorbire energia dal sistema al litio costerebbe 0,1111 centesimi per KWh.
Lo stesso calcolo ora lo facciamo con un sistema di batterie al piombo.
Costo di partenza (a parità di capacità di carica utile) costa 1.000 (la metà) ed è in grado di fare 2.000 cicli.
Per arrivare ai 6.000 cicli del litio dovrò sostituire le batterie 3 volte. Quindi il costo sarà di 1000 euro X3 =3.000 euro.
Abbiamo quindi 3.000 € fratto 6.000 cicli, il risultato a questo punto dobbiamo dividerlo per la capacità d’accumulo (3 KWh).
Il risultato dell’operazione in questo caso è di 0,1666.
Quasi 17 centesimi per kWh prelevato dal sistema contro gli 11 centesimi del litio.
Ora…se con la matematica te la cavi meglio me (non sono mai stato un fenomeno, quindi ci vuol poco), non avrai sicuramente difficoltà nel concordare che, anche dal punto di vista del costo, l’affare lo fai se l’energia del tuo impianto fotovoltaico l’accumuli con un sistema con batterie al LITIO e non al piombo.
Affrontato quest’ultimo punto, facciamo un veloce riassunto dei punti che abbiamo visto qua sopra.
Se scegli un sistema di accumulo al piombo avrai:
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- Tecnologia vecchia
- Garanzia 2/3 anni
- 2000 cicli di vita e poi butti via tutto
- Percentuale di scarica 50% (l’altro 50% non la puoi usare perché sennò la batteria si fotte)
- Qualche centinaio di KG di piombo in un angolo di casa (accertati che tu abbia un solaio resistente)
- Potrai sfruttarlo bene SOLO nelle giornate poco nuvolose
- Ti costerà più di un sistema al litio
- MA resterai un buon cliente dell’Enel…
[/bullet_block]
Se INVECE opterai saggiamente per un sistema di accumulo
con batterie al litio otterrai:
[bullet_block large_icon=”0.png” width=”” alignment=”left” font_style=”bold”]
- Tecnologia nuova e moderna.
- 6.000 cicli di vita. E si, tra 16/20 anni probabilmente dovrai sostituirlo).
- Percentuale di scarica 10% e l’altro 90% potrai usarlo senza problemi.
- Dimensioni e peso ridotti.
- Potrai sfruttarlo sempre, che stia nevicando o ci sia il sole.
- Ti costa meno di un vecchio sistema al piombo
- Sarai finalmente INDIPENDENTE ma non sarai più un buon cliente per Enel (o chi per loro).
[/bullet_block]
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Prima di lasciarti, ti voglio raccontare una storia che ti farà invidiare Guido.
Guido è Un nostro cliente che ha installato un sistema al Litio con le contro palle, ha voluto (inizialmente per curiosità) staccare il contatore Enel e vedere quanto tempo sarebbe andato avanti senza l’aiuto della rete.
UNA SETTIMANA!
Sette giorni senza Enel!
Dopo una settimana che andava avanti senza aver bisogno della rete Enel, ha attaccato inavvertitamente forno e lavatrice insieme. Il sistema non ce l’ha fatta perché ha ricevuto una richiesta di potenza superiore a quella disponibile e si è staccato.
Quindi il cliente è uscito fuori e ha riarmato il contatore.
In realtà se avesse aspettato un minuto (è di un solo minuto che ci sarebbe stato bisogno), il sistema si sarebbe riattivato e tutto sarebbe ripreso normalmente.
Oggi, una volta capito il giochetto, evita di accendere forno e lavatrice insieme (scommetto che tu oggi non lo fai anche se non hai un sistema d’accumulo) e continua a sfruttare la propria energia SENZA PRELEVARE NULLA dalla rete.
Il contatore c’è sempre (perché non si sa mai) ma è pieno di ragnatele…
Tenere il contatore disarmato è un errore.
È un errore perchè Guido si sta precludendo la possibilità di immettere in rete l’energia in eccesso.
Siamo d’accordo sul fatto che l’accumulo serve proprio per limitare i prelievi e le immissioni, ma perchè non approfittarne?
Soprattutto nella bella stagione, quando l’irraggiamento è maggiore, l’impianto produca più energia di quella che si consuma.
Quindi una volta che l’accumulo è completamente carico, l’energia prodotta in più è bene che vada immessa in rete, per essere contabilizzata ai fini dello scambio sul posto.
Anche per oggi è tutto.
Quest’articolo ti è piaciuto, fammelo sapere nei commeti qua in basso.
Qualcosa non ti è chiaro? Scrivilo qua sotto e cercherò di risponderti rapidamente.
Se hai un amico che potrebbe essere interessato all’argomento, puoi sempre condividerlo su Facebook con un click… 😉
PS: Ti piacerebbe avere il contatore pieno di ragnatele?
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